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MUSIL
Cedegolo (BS)
Dal 29 giugno al 6 ottobre 2019
Le opere che l’artista Stefano Boccalini presenta al Musil di Cedogolo in occasione della sua prima mostra personale in terra Camuna, fanno parte di una serie di lavori realizzati proprio in Valle Camonica in collaborazione con alcuni artigiani locali. In particolare l’attenzione dell’artista ricade su alcune pratiche artigianali che oggi assumono una forma quasi domestica e che inevitabilmente rischiano di scomparire. Forme artigianali che storicamente ricoprivano una funzione di primaria importanza nel tessuto sociale e culturale della Valle, mentre oggi faticano a resistere ai cambiamenti imposti dalla modernità, e se in passato riuscivano a creare una discreta economia, oggi sono relegate ai margini e pochi ne conoscono ancora le antiche tecniche. La volontà dell’artista di lavorare relazionandosi ad un contesto locale, non globale, nasce dalla volontà di confrontarsi con un contesto reale, misurabile, come metafora della globalizzazione.
In continuità con il lavoro di questo ultimo decennio le opere presentate in questa mostra nascono a partire dal linguaggio. La parola, nel lavoro di Boccalini si trasforma in materia, una materia che prende forma dalla sfera pubblica e attraverso la fisicità con cui viene messa in scena risulta un vero e proprio dispositivo di comunicazione e diventa momento di riflessione su tematiche che riguardano tutti, a partire da quelli che consideriamo “i beni del comune”.
La parola così diventa, oltre che materia, anche un luogo dove la diversità assume un ruolo fondamentale e diventa il mezzo con cui contrapporre al valore economico il valore “del comune”. Oggi gran parte del profitto viene generato attraverso il linguaggio, il tentativo di Boccalini è di generare il senso del comune come valore primario, proprio a partire dal linguaggio.
Una delle opere in mostra nasce dalla parola Donoche nelle mani sapienti di Lucio Avanzinidi Bienno, uno degli ultimi artigiani che ancora intrecciano il salice in Valle, si è trasformata in un cestino che poggia su una base in legno realizzata da Andrea Agostininella sua falegnameria di Losine. È stata pensata dall’artista come omaggio all’artigiano stesso, che con il suo fare tiene vivo un antico sapere come atto di resistenza, che diventa dono alla sua comunità, e si pone come possibile modello da contrapporre al sistema produttivo omologante.




























































































































